La nostra penisola è un pozzo senza fondo di luoghi dimenticati, abbandonati, in zone magari un po’ remote e difficili da raggiungere. Questi luoghi siamo soliti definirli borghi fantasma. Negli anni ne ho visti diversi – Celleno è uno tra questi –, ma devo dire che, pur se abbandonati a loro stessi, la maggior parte erano abbastanza conosciuti. Stazzano Vecchio, invece, dista solo pochi chilometri dalla capitale e non lo conosce quasi nessuno, nel senso che i più non lo hanno proprio mai sentito nominare.
Io stessa, pur sapendo della sua esistenza, non ero mai stata alle rovine di Stazzano Vecchio fino a pochi giorni fa. Faccio mea culpa e ammetto che sarei dovuta andare a visitarlo molto prima, specie perché da casa mia è davvero vicino. Si trova nei pressi di Palombara Sabina, una zona bella e ricca di piccoli insediamenti da visitare nelle domeniche di sole. Una passeggiata all’aperto, specie per chi ha bambini, è sempre meglio di un giro al centro commerciale. Non lo scordiamo mai!
Cosa si sa di Stazzano Vecchio
Poco, a dire il vero, e la maggior parte dei siti riportano tutti le stesse informazioni.
Si dà quasi per certo che sia stato edificato tra X e XI secolo e che nasca come borgo castellare. La presenza di rovine riconducibili a un castello, infatti, fa dedurre che l’abitato si è sviluppato intorno a esso e grazie alla sua presenza. C’è una sola informazione data per assodata: l’abitato è stato definitivamente abbandonato dopo il terremoto del 24 aprile 1901, in quanto l’evento sismico distrusse quasi tutti gli edifici. I resti, più o meno in piedi, sono ancora lì e sono visitabili liberamente, basta fare attenzione. I cartelli che avvisano del potenziale pericolo non mancano, ma spesso nessuno li guarda. Voi, se andate, leggeteli e poi state attenti.
Io ho un certo amore per le rovine antiche, specie quelle dei borghi medievali. Mi piace entrare, facendo attenzione, in ciò che resta delle vecchie abitazioni, dove spesso sono rimaste la mura ma non il tetto e così posso guardare verso l’altro. Ammirando il blu, incorniciato lì dentro, mi perdo a immaginare come potesse essere la vita in quel posto. C’erano più donne o uomini? E i bambini, c’erano i bambini? Che giochi facevano? Finite le faccende, come si passava il tempo libero, quello che noi spesso sprechiamo nel traffico o scorrendo i feed dei social network, senza provare poi troppo interesse. E i sogni? Che sogni facevano le persone a quell’epoca?
Trovo romantico girare per le rovine dei borghi fantasma, abitati in tempi ormai lonatni da gente come noi, e mentre cammino penso che proprio lì qualcuno un giorno ha vissuto, gioito, sofferto, sperato e sognato.
Tra le rovine di Stazzano Vecchio potete trovare diversi alberi di ulivo e di melograno; in un punto più nascosto, tra i ruderi, è cresciuta avvinghiata ai mattoni anche una piccola vite. La natura, che si sviluppa indisturbata quando l’uomo non la importuna, rende magici e sorprendenti questi luoghi remoti, dimenticati.
Cosa fare a Stazzano Vecchio
Per visitare le rovine basta un’oretta, anche meno. In pratica ci vuole di più a raggiungere il borgo che a girarlo, ma ne vale davvero la pena, specie se trovate una giornata tiepida, con il cielo decorato da qualche nuvoletta.
Ovviamente lì non c’è nulla, neanche un secchio della spazzatura, quindi il pranzo al sacco è un must e pure una bella busta da riportarsi a casa per non lasciare residui e, magari, recuperare pure quelli lasciati da chi l’educazione se l’è persa per strada.
Se siete amanti della fotografia, in particolare quella aerea, è un luogo perfetto che si presta a farvi fare ottime riprese. Le rovine di Stazzano sorgono in una piccola valle nella Sabina Romana e il panorama che si offre alla vista è molto suggestivo.
Portateci i bambini, perché loro sanno risvegliare nei grandi la capacità di meravigliarsi a ogni passo, rimanendo incantati davanti a delle lucertole che corrono su per i muri o ridendo fino alle lacrime mentre cercano di arrampicarsi su un albero.
Come raggiungere le rovine di Stazzano
Mettendo il caso che partiate da Roma centro, vi basterà impostare il navigatore su Rovine di Stazzano Vecchia e lasciarvi guidare.
Usciti dall’A1 Diramazione Roma Nord al casello di Castelnuovo di Porto, percorrete qualche chilometro di Salaria e poi prendete la Strada Provinciale 35d fino a Ponte delle Tavole. A questo punto imboccherete la Strada Provinciale 23b che vi porterà a intercettare Strada della Doganella.
Restando su quest’ultima si arriva a Via Stazzano Vecchio. Da qui c’è l’ultimo chilometro da fare. Il consiglio è di proseguire a piedi, a meno che la vostra macchina non sia alta e non siate disposti ad andare più piano del famoso “a passo d’uomo”.
Nota bene
Come molto di voi sapranno già, io mi occupo di smartphotography, quindi ci tengo a dirvi che le fotografie inserite in questo blogpost sono state tutte realizzate con uno smartphone, l’Oppo Reno 4.
In fase di scatto erano disattivati tutti gli automatismi (HDR, AI e filtri vari) e non hanno subito nessuna post produzione, né con programmi professionali, né con app di editing per mobile.
2 Comments
Leggere queste righe apre la mente..si spazia, si immagina, e pur non conoscendo il luogo, sembra di passeggiare per le rovine. Stazzano prossima meta,
grazie!
Ma grazie, che bella cosa che hai scritto. Riuscire a far passeggiare l’immaginazione di una persona in un luogo che non ha mai visto, per chi scrive, è un risultato desiderato che non si raggiunge così spesso.
Vedrai,Stazzano ti piacerà!