“Non si può ammirare la natura per procura.”
Winston Churchill
Apro con questa frase di Churchill – che è un richiamo a quanto vi ho detto su Livata –, e con qualche cenno generale.
Il parco nazionale del Circeo, nel basso Lazio, è una delle riserve naturali protette più grandi d’Italia. La sua istituzione risale al 1934, periodo in cui l’area era interessata dal processo di bonifica e il parco serviva a tutelare quello che restava delle paludi pontine. Dal 1997 è anche riserva della biosfera dell’UNESCO, oltre a essere candidato al titolo di patrimonio dell’umanità. E poco importa se il titolo verrà riconosciuto, è comunque un patrimonio dell’umanità per la bellezza e la diversità di ambienti che offre.
In questo parco convivono molte realtà, alcune opposte tra loro. I due versanti del promontorio hanno infatti caratteristiche molto diverse. Quello esposto a sud, conosciuto come quarto caldo, è ricoperto da vegetazione rupestre mediterranea, mentre quarto freddo, esposto a nord, è tutta macchia mediterranea per via del clima umido. Ai piedi del promontorio si trovano diverse grotte, tra le più conosciute c’è la grotta Guattari, in cui nel ’39 trovarono un cranio del periodo di Neanderthal, e la grotta delle Capre. La costa si estende per 25 chilometri ed è un ambiente unico in Italia. La spiaggia è di sabbia finissima e viene protetta dall’imponente duna che in alcuni punti sfiora i 30 m d’altezza. La vegetazione, per sopravvivere in un ambiente simile, ha attraversato un lungo processo di adattamento. E poi ci sono ben quattro laghi costieri che, insieme alle limitrofe zone umide, sono il più importante ecosistema palustre d’Italia con rilevanza internazionale.
Che ne dite, non è un vero patrimonio dell’umanità?
Sul picco del Circeo, dove cammini nel verde galleggiando sospeso tra cielo e mare
Io qui ci sono cresciuta e ho vissuto in questo parco fino ai vent’anni. Sul picco ci sono stata spesso, la prima volta – di una lunga serie – avevo forse 13 anni. Ero con mia madre e mia sorella e fu una giornata unica, tra i ricordi più belli di sempre. Con Art Trekking Italia ASD ci siamo stati per la prima volta lo scorso anno in aprile. Una giornata indimenticabile per tanti motivi, ahimè anche per l’invasione che trovammo sui sentieri e in cima. Sembrava un centro commerciale il giorno prima di Natale.
Il parco offre molte escursioni da fare a piedi, in bici, e anche in canoa, ma quella che porta sul naso della maga è di certo la più suggestiva. In un solo sguardo potete racchiudere cielo, mare, pianura, isole, laghi e montagne. È una vera overdose di panorami unici e di energie positive.
La consapevolezza di essere privilegiati, lassù, appare chiara e nitida.
Si vola senza ali in equilibrio tra cielo e terra, respirando la grandezza della natura.
Passeggiando a picco sul mare: Art Trekking Italia
Sabato, insieme ad alcuni soci, siamo tornati in escursione sul picco del Circeo.
Partiti al mattino da Roma, siamo arrivati alla Cona (San Felice Circeo) e abbiamo fatto la tappa “obbligatoria” dal Fornaio-Casa del Dolce. Chi c’è stato sa quali prelibatezze si possono trovare qui, tutte racchiuse in un solo posto (non dimenticate di passarci). Dopo aver fatto il pieno di energia, abbiamo raggiunto le Crocette, parcheggio da cui si parte per il picco o per il punto panoramico sul lato opposto. Da lì si raggiunge anche l’importante stazione meteorologica Capo Circeo.
L’escursione
Lasciate le macchine e indossati scarponi e zaini, abbiamo iniziato l’avventura. Il primo tratto è su strada asfaltata, quella che porta alla stazione, poi ci si tuffa nel bosco. Il sentiero, tranne pochissime eccezioni, è da percorrere in fila indiana e con gli occhi ben aperti. Su questo percorso il dislivello non è molto, ma la difficoltà è data dal camminare sui sassi che sembrano stabili, ma non lo sono, e dal continuo alternarsi di salite e discese. La meraviglia, una volta lasciato il tratto nella foresta, è quello di camminare immersi nel verde della vegetazione e nel blu, del cielo e del mare, che avvolge il promontorio.
In cima stavolta c’erano poche poche persone, e abbiamo potuto godere a pieno respiro tutta la bellezza che la natura ha messo lì per noi. Nonostante sia ottobre inoltrato, quella di sabato è stata una giornata dalle temperature estive e, una volta giunti in spiaggia, abbiamo un po’ invidiato chi stava in bikini a prendere il sole o fare il bagno. La prossima volta porteremo il cambio nello zaino! E voi, se non ci siete mai stati, dovreste proprio rimediare.
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