Comunicare è inevitabile, è vitale come muoversi.
Sapere cosa dire e dove andare è la vera sfida.
Un inizio tempestoso
Vivendo a piedi nudi ha una storia travagliata come molte altre realtà. Nasce più di quattro anni fa nei panni di una Pagina Facebook e di un blog su wordpress.com e tumblr.com (che ancora non ho chiuso). Va un po’ ovunque, ma senza una direzione precisa, quasi senza senso. Qualche foto, qualche frase, qualche emozione dipinta con poca cura, a volte in bianco e nero. Le idee che brancolano nel buio finisco per vivere poco e male, così tutto resta lì, agonizzante e silenzioso, fino alla fine del 2016.
La giusta direzione
I precedenti erano stati anni difficili da molti punti di vista e per molte persone intorno a me, oltre me. È il 2016, anche se non subito, a mettere un punto e diventare un anno di svolta. Tra le cose che cambiano, succedono, iniziano e finiscono, decido di mettere di nuovo mano a Vivendo a piedi nudi, ma con uno stile diverso, con un’idea più chiara. Per capire la rotta da seguire ci impiego qualche tempo e infatti vado online solo a giugno del 2017.
Nel mentre lavoro sulla pagina Facebook e inizio a far girare il nome sui social come Instagram, Twitter, Pinterest. Raccolgo materiale e creo contenuti – fotografie e testi – da mettere online. Da frasi semplici e qualche foto con lo smartphone di quattro anni fa, oggi è un contenitore di racconti con un senso definito, con una direzione. La (mia) giusta direzione. Racconto spettacoli teatrali, mostre, concerti, luoghi, e persone. Racconto progetti e passioni che vivo.
Io racconto esperienze ed emozioni, le mie.
Spesso mi ritrovo negli stati d’animo di altre persone come fossero miei e, se è vero che i flussi emotivi seguono mille direzioni e si irradiano come la luce, allora quello che accade a me accade di certo anche a voi.
Vivendo a piedi nudi: è un nome con un perché
Ora sapete cosa faccio, perché e come ci sono arrivata (più o meno). Spesso le persone mi hanno chiesto come mi fosse venuto in mente il nome. Allora come ora è qualcosa che riguarda me e il mio modo di fare le cose, non proprio i contenuti che creo.
Vivendo a piedi nudi è affrontare la vita, le relazioni e le situazioni cercando di non cadere negli errori che crescendo diventano comuni. Alziamo barriere e mettiamo filtri tra noi e il mondo per proteggerci, perché magari abbiamo sofferto e fatto soffrire. Ci conformiamo anche a ciò che non ci rappresenta solo perché ci è stato inculcato che le cose vanno così, punto.
Vivendo a piedi nudi è un lavoro su di me. Smonto e monto di nuovo quello che sono diventata nel tempo, per riuscire a guardare la vita con lo stupore negli occhi, con la continua voglia di scoprire e imparare e con l’emozione di un bimbo davanti a un regalo inaspettato.
Vivendo a piedi nudi è l’approccio semplice e genuino alla vita da cui cerco di non allontanarmi mai troppo, a volte è difficile, altre sembra impossibile. L’impegno e la motivazione però stanno sempre lì, solide come rocce e fluide come acqua.
Vivendo a piedi nudi è la mia palestra e la mia sala relax.
Comunico, quando ho qualcosa da dire
Non ho ricette infallibili, soluzioni miracolose, risposte definitive. Io ho scelto di comunicare, di raccontare quello che vedo e vivo e lo metto in rete per chi ha voglia di leggere, di guardare. E magari non serve a niente, magari invece qualcuno si ritrova nelle mie parole e gli viene in mente di tentare, di seguire il proprio istinto. No, non pubblico a flusso continuo e non pubblico tutto ciò che mi passa per la testa. Ho pile di foto e parole appese che un giorno troveranno una forma, ma per ora le tengo al riparo, o andrebbero alla deriva senza una rotta.
Questa esperienza è mia, ma può essere di tutti, è un non arrendersi. Cambiare è possibile, sempre, e pure ricominciare, reinventarsi, riscoprirsi. L’unico soffio di vento che non deve mai mancare è quello della volontà, perché quando hai quella poi le vele le aggiusti come vuoi tu.
2 Comments
Cara Elisa,
ho riletto più volte le tue parole per sentirne il suono e per percepirne le vibrazioni… Come sempre, quando ti leggo, anche questa volta sei riuscita, almeno nei miei confronti, a trasmettere forti sensazioni: grazie.
Credo di essere stato anche io uno di quelli che inevitabilmente ti ha chiesto lumi in merito al nick adottato su Instagram: ‘vivendoapiedinudi’.
Non ti ho ancora detto però (almeno credo) come mai tale nick name mi avesse colpito al pari delle tue stupende foto.
Devi sapere che amo i bambini (chi, se non loro, ama sempre stare a piedi nudi..?). La loro presenza (quando non è contaminata da capricci e/o maleducazione) mi rende particolarmente gioioso ed emotivamente gratificato.
Oltre loro, però, voglio bene e cerco di avere grande rispetto al bimbo che è in me…
Ecco, concludo, leggendo il tuo ‘vivendoapiedinudi’ ho immaginato di essere al cospetto di una donna che avesse lasciato spazio alla sua bimba interiore e che, come lei, volesse vivere la propria vita senza sentirsi rinchiusa all’interno di condizionamenti (le scarpe).
Grazie ancora Elisa per permetterci di leggerti
Gianfranco
Grazie a te, Gianfranco e a tutti quelli che dedicano il proprio tempo libero a leggermi.
È un piacere sapere che ci siano persone che, nelle mie parole, trovano qualcosa di sé.
Elisa